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Maria SS. Soccorso

SAN SEVERO

La Vergine Santissima del Soccorso è la patrona principale di San Severo.
La statua lignea che la raffigura proviene da Palermo ed è stata introdotta nell'antica chiesa di San Pietro dai Padri Agostiniani, giunti in città verso il 1564.
Attorno alla prefatta chiesa, poi intitolata a Sant'Agostino, detti Religiosi costruirono un loro cenobio, che divenne molto caro ai sanseveresi in virtù del culto da quegli stessi Padri diffuso, cioè verso la Madonna, invocata nella loro chiesa con il rassicurante titolo “del Soccorso” e con l'ausilio visivo dell'anzidetta effigie, scolpita in stile bizantino con legno di pero e di melo.
La Beatissima Vergine raffigurata dal predetto simulacro ha il volto e le mani di un colore scuro come l'ebano: per la qual cosa, i sanseveresi si rivolgono alla loro celeste Protettrice chiamandola affettuosamente “Faccia Nera”.
I monaci della Religione di Sant'Agostino presero a diffondere il culto della Madonna posta sotto il titolo del Soccorso a partire dal 1306, quando un padre maestro agostiniano, di nome Nicola la Bruna (o Niccolò Bruno) che stava in Palermo in preda a violenti dolori addominali, ebbe subitanea guarigione al momento che gli apparve la Santissima Vergine, che lo esortò a divulgare il subitaneo risanamento e il suo desiderio che le si desse il titolo di Nostra Signora del Soccorso.
Quando giunse a San Severo, il venerato simulacro aveva le fattezze di una donna regalmente seduta su di un tronetto e con in grembo il suo divino Figliuolo; la mano destra impugnava uno scettro, la sinistra poggiata amorevolmente sulla spalla sinistra del Bambino; infine, aveva e ancora ha i capelli raccolti in treccine dietro la nuca e, sulla testa, così come su quella del Figlio, splendevano due corone di legno dorato, terminanti superiormente con dei gigli come quelli di Casa sveva.
Tra il 1793 ed il 1794, un ignoto “restauratore” avvolse il simulacro con della tela gessata, su cui appose lamine d'argento, a loro volta trattate con velature di colore, così da rendere rossa la veste e azzurro il manto. Trentacinque anni dopo quel dannoso “restauro” alcuni incauti operai fecero cadere a terra, rovinandolo irreparabilmente, il Bambinello, che venne sostituito con uno di carnagione bianca.
La Vergine del Soccorso è particolarmente invocata durante i prolungati periodi di siccità: il suo simulacro più volte nei 500 anni di sua permanenza in San Severo, è stato protagonista di processioni penitenziali, che terminavano ora nella chiesa rurale dell'Oliveto, a 5 km. di distanza dalla città, ora a Stignano, a 15 km da San Severo.
E sempre la Tuttasanta non restò sorda ai lamenti dei suoi fedeli, perchè a quelle processioni sempre seguì pioggia abbondantissima.

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