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PARABITA

La Grotta delle Veneri

La presenza dell'uomo sul territorio di Parabita ha origini remote (80.000 a.C. circa). Nel 1966, infatti, in una grotta denominata poi “Delle Veneri”, furono trovati reperti risalenti in parte al Paleolitico medio, appartenuti all'Homo Sapiens Neander-thalensis (Neanderthal) e in parte al Paleolitico superiore (35.000-10.000 a.C.), appartenuti all'Homo Sapiens Sapiens (Cro-Magnon), due scheletri acefali (Cro-Magnon 35.000 a.C.) e due statuine (12.000-10.000 a.C.) scolpite in osso di cavallo dell'altezza di 9,6 cm. l'una e 6,7 cm. l'altra, riproducenti donne in stato di gravidanza. La “Grotta delle Veneri” è uno degli insediamenti archeologici più importanti del Salento, in seguito alla cui scoperta si è potuto avere la certezza della presenza dell'uomo di Neanderthal nel Bacino del Mediterraneo. Lo sviluppo urbanistico e sociale del villaggio si ebbe sino all'anno 1000 a.c. (età del bronzo), quando in una valle situata a ovest di esso, fu fondata Baubota o Bavota, una forte città Messapica che subì un processo di colonizzazione Greca intorno all'800 a.c. (età del ferro). In seguito i Messapi, popolo tendenzialmente pacifico, dovette ingaggiare guerra contro Taranto e poi, alleati di essa, contro Roma. Bavota fu vinta e assoggettata (272 a.C. - 400 d.C.) ma, per la sua importanza, Roma le lasciò una certa autonomia, tanto da poter avere una zecca propria e coniarsi delle monete.

 

Bavota subì l'influsso Bizantino grazie ai Monaci Basiliani, giunti nel Salento dopo il 726 d.c. Nel 927 d.c., benchè fosse “forte e turrita”, la città non potè sottrarsi alla distruzione dei Turchi. I superstiti si spostarono più a sud e fondarono il nuovo casale, Parabita. La nuova città aveva una forte cinta muraria su cui si aprivano a nord la “Porta di Lecce”; ad ovest la “Porta di Gallipoli” (luogo oggi familiarmente chiamato “ssutta a porta”); a sud una terza porta, di cui si è persa la memoria del nome; a est la “Porta Falsa”. Lo Stemma Civico di Parabita presenta due torri con due cipressi, unite da un ponte, l'insieme dominato da un angelo che ha in mano una spada. Anche questa sembra una reminiscenza della vecchia Bavota, in quanto la stessa effigie si trovava su una faccia delle sue monete con l'unica differenza di un uccello al posto dell'angelo.

 

LA FESTA

 

La festa inizia il sabato con la processione che attraversa diverse vie della città. 
La giornata più importante è la Domenica, quando, in mattinata, si ripete la tradizione dei i “Curraturi”. 
Narra la leggenda che un contadino, arando un pezzo di terra, incuriosito dal fatto che i buoi si inginocchiavano sempre allo stesso punto, scoprì sepolta una sacra immagine di madonna dipinto su un masso. 
Per la gioia e la sorpresa corse subito in paese per annunciare la formidabile scoperta e il popolo in processione trasportò nella murata città di Parabita la bella immagine della “Matonna ta Cutura”. 


A mezzogiorno della Domenica dedicata alla Madonna della Coltura, che si festeggia la quarta domenica di maggio, un gruppo di giovani, i curraturi, simula la corsa del contadino verso il paese per annunciare la lieta scoperta. 
Nella giornata del Lunedì, in ricordo della traslazione del monolito dalla chiesa matrice al Santuario, è da segnalare il suggestivo incendio del campanile della basilica. 
Viene chiamato appositamente un gruppo pirotecnico, specializzato in simulazioni d'incendi di strutture architettoniche, e il campanile sembra davvero bruciare, tra gli applausi e gli sguardi sbalorditi del foltissimo pubblico che riempie Piazza Regina del Cielo, e, quando il campanile sembra ormai essere divorato completamente dal fuoco al suo interno, ecco accorrere la Madonna a spegnerlo e a salvare la sua casa, tra i rintocchi delle campane che suonano a festa. 

 

Ad anni alterni, da qualche tempo, l'incendio del Campanile è stato sostituito da uno spettacolo di musica e fuoco dal titolo “La festa del fuoco”, che coinvolge tutta la basilica e il campanile stesso. 
Naturalmente non possono mancare i diversi concerti bandistici che si alternano sulla cassa armonica, le luminarie che sono state predisposte per addobbare e abbellire le vie centrali della città, quali Via Coltura e Via Luigi Ferrari che si prestano per l'installazione di due bellissime gallerie e di altrettanti frontoni, Via V. Emanuele II e III, Piazza Umberto I. 
A conclusione della festa vi sono poi i tradizionali fuochi d'artificio a cura di rinomatissime ditte specializzate.

COMUNE DI PARABITA
Tel. 0833/392300
www.comune.parabita.le.it

PRO LOCO
Via Vittorio Emanuele II 21
3296127054
fasanobino@alice.it

POLIZIA MUNICIPALE
Tel. 0833/593109

COMITATO FESTE PATRONALI
Via Vittorio Emanuele II

www.barriovecchio.it

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