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Maria SS. della Vetrana

CASTELLANA GROTTE

I falò (circa un'ottantina) si accendono per le strade cittadine la sera dell'11 gennaio.
Sono segni evidenti di festa, di esultanza popolare, di riconoscenza, e ogni anno ricordano a tutto il popolo l'intercessione miracolosa della Madonna della Vetrana, quando nel 1691 preservò la città dall'epidemia della peste che colpì invece, tragicamente tutta la zona.
Le “fanove” più colossali oramai sono realizzate da giovani che hanno preso a cuore le antiche tradizioni.
Questi ragazzi pieni di contagioso entusiasmo fanno quasi a gara per superare l'arte e l'abilità dei fanovisti tradizionali i quali sono sempre stati maestri nel costruire grandiosi falò, che vengono realizzati solitamente nella piazzetta della Chiesa Matrice e in Largo Porta Grande. Da citare però sono anche tutti gli altri innumerevoli fuochi e fuocherelli, magari realizzati con minor quantità di legna, ma non con minore amore, devozione e spirito di accoglienza.
La sera dell'11 gennaio si bruciano tonnellate di legna sotto lo sguardo attonito dei castellanesi e di chi arriva in massa dai paesi limitrofi. Tutti, nel freddo intenso invernale, si stringono attorno alle altissime fiamme uniti nella gioia e nella festa.
Nella notte oscura, il tradizionale canto mariano “Tu sei del popolo, letizia e pace” e le mille faville che serpeggiano verso l'alto, hanno il compito di rinnovare al cielo la nostra gratitudine.
Come in ogni festa popolare, non manca la parte gastronomica. E' difficile non lasciarsi tentare dagli assaggi di taralli, ceci e fave abbrustoliti, olive, focaccine, pizze, frittelle, bruschette, carne, pesce e da un bicchiere di generoso primitivo. Il tutto è offerto con prodigalità da chi ha allestito la “fanova”.
Il giorno dopo, 12 gennaio, a sera il simulacro della Madonna della Vetrana, accompagnato da una interminabile teoria di ceri, viene portato con una solenne processione in città e rimane alcuni giorni in Chiesa Madre alla venerazione riconoscente dei fedeli

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